Anzitutto sgombriamo il campo da un pregiudizio. Behringer non è più il marchio del primo made in China di una volta. Da quando l'azienda del fondatore Uli Behringer ha cominciato a crescere come The Music Group, acquisendo uno dopo l'altro nomi importanti dell'audio professionale (MIDAS, Klark Teknik, Lab Gruppen, Lake, Tannoy, Turbosound e TC Electronic), anche gli strumenti più economici del gruppo (tipicamente quelli marchiati Behringer) hanno potuto sfruttare il know how dei marchi professionali entrati nel gruppo. È accaduto anche con il primo sintetizzatore analogico prodotto da Behringer e lanciato sul mercato internazionale lo scorso anno, dopo un lungo periodo di gestazione nei laboratori Midas in Inghilterra. Ora DeepMind, così si chiama il synth, è disponibile anche sul mercato italiano in tre modelli: DeepMind 6 (sei voci di polifonia e tastiera a 3 ottave), DeepMind 12 (12 voci di polifonia e tastiera a 4 ottave) e DeepMind 12D (versione expander senza tastiera). Il progetto è quello di un polifonico analogico con 4 unità effetti indipendenti che riprendono gli algoritmi TC, Midas e Klark Teknik, 2 oscillatori e relativi LFO per voce, 3 generatori di inviluppo ADSR, matrice di modulazione a 8 canali, sequencer a 32 step e l'innovativa possibilità di essere controllato via wifi in remoto da tablet (solo i modelli 12). Per farci capire che non stiamo parlando di un progetto nato dal nulla, la casa madre ci informa che Uli Behringer in persona aveva progettato il suo primo sintetizzatore (UB-1) all'età di 17 anni, mostrando fin da giovane una passione per le tastiere. Qualche anno fa aveva dichiarato che i synth analogici erano troppo costosi e così aveva dato il via a un progetto che, perfettamente in linea con la filosofia Behringer, avrebbe reso disponibile questa funzionale ma costosa tecnologia di sintesi a un pubblico più ampio di utilizzatori, che non hanno la possibilità di accedere ai synth dei marchi storici dell'analogico. Ed eccolo qui il classico sintetizzatore polifonico dall'estetica vintage e struttura di sintesi a VCA e VCF, oscillatori, filtri, risonanza, noise generatore e inviluppi. Alle 12 voci di polifonia del modello DeepMind 12 si aggiungono i 30 algoritmi di effetti che includono riverberi, chorus, flanger, phaser, delay e distorsori multibanda. Poi tutte le funzioni tipiche di un vecchio caro synth con uno step-sequencer a 32 passi sincronizzabile via Midi e una matrice di modulazione a 8 canali che prevede 19 sorgenti e oltre 130 destinazioni (parametri degli effetti compresi). Un sofisticato arpeggiatore con tap tempo e memorie Chord e PolyChord da utilizzare per arricchire le performance monofoniche e una modalità bypass rendono lo strumento estremamente flessibile dal punto di vista timbrico. DeepMind è pienamente controllabile via iPad/PC/Mac e alcune App Android sotto USB, MIDI o WiFi. La tastiera dello strumento è costituito da tasti semi-pesati con velocity e aftertouch. 26 slider, uno switch per ciascuna funzione, due ruote per modulazione e pitch assegnabili vengono integrati da un display con encoder e data slider per l'editing e la memorizzazion per via digitale in 1.024 programmi User. La dotazione delle connessioni prevede uscite audio bilanciate, CV/pedal input, MIDI Out/In/Thru (con implementazione
completa). Come detto, DeepMind è integrabile e configurabile in una rete WiFi (solo i modelli 12 e 12D).
Info: Adagio Italia