Nell'intervista pubblicata su BigBox del dicembre scorso, Luca Alessandrini lo aveva dichiarato. Il suo violino di seta è uno strumento a tutti gli effetti, ma anche una provocazione necessaria per catturare l'attenzione dei media sul suo lavoro. La sua ricerca sulle proprietà acustiche dei bio-materiali, infatti, va ben oltre la costruzione di uno strumento curioso realizzato con un materiale alternativo. Ci sono risvolti che riguardano l'indisponibilità futura del legno (vedi regolamentazione sull'uso del palissandro che ha messo in grave difficoltà i costruttori di strumenti musicali) e nuovi mondi sonori ancora tutti da scoprire. Parlando di musica, se il timbro caldo e avvolgente del violino costruito in fibra di seta doveva comunque fare i conti con la tradizione di uno strumento per certi versi "intoccabile" (da qui la provocazione di Luca), nel nuovo progetto di chitarra acustica ci si rivolge a un mondo di musicisti un poco più aperto. Il marchio Fibreacoustic cui fa capo Luca Alessandrini è sempre impegnato nella ricerca dei bio-materiali e al tempo stesso in progetti concreti di strumenti “commercializzabili”, realizzati in collaborazione con artigiani di grande esperienza e musicisti affermati (non dimentichiamo che Luca passa molto del suo tempo a Londra, centro della musica internazionale). Dopo il famoso violino e un amplificatore per basso, si sta lavorando ora a un violoncello mentre è stato appena ultimato il primo prototipo di chitarra acustica costruito con materiali misti (legni e fibra di seta). Mentre per la realizzazione del violino era stata "scomodata" la créme della liuteria cremonese (scusate il bisticcio), per il progetto di chitarra acustica Fibreacoustics ha potuto contare sulla consulenza di un maestro come Mario Garrone. Il primo dei tre prototipi previsti è una chitarra acustica di tipo OM (Orchestra Model) con fasce in ciliegio, manico in acero e tastiera in palissandro. La paletta a forma irregolare della chitarra è ispirata alle vecchie Supro. Sulle due "membrane" costituite dal fondo in cipresso e dalla tavola in cedro, è stato applicato il tessuto di seta. La fibra di seta è realizzata con una tecnica di tessitura molto particolare utilizzata negli anni Settanta, che si chiama Moiré. Questa tessitura prevede due strati pressati insieme ma traslati durante la pressione così che le fibre vengono inclinate creando una trama del tessuto molto simile esteticamente alle venature del legno, e soprattutto mai uguali. Nella parte interna, il tessuto ha invece una direzionalità delle fibre che aiuta la tavola a mantenere più rigidità nella parte longitudinale. In questo modo abbiamo una risposta in frequenza ricca di medio-alte, cosicché, montando sullo strumento un set di corde 0.11, si ottiene il giusto equilibrio su tutta la gamma delle frequenze. Da questo punto di vista è stato fondamentale il contributo di Davide Castellano di Utopia Custom Shop di Tortona, che si è occupato di tutta la parte artigianale (gli stampi, i compositi e le catenature interne allo strumento). Suonando questo prototipo si rimane impressionati dal sustain straordinario, evidente soprattutto sulle ultime posizioni della tastiera, dove di solito il suono acuto ha un decadimento veloce, e dalla definizione timbrica lungo tutta l’estensione della tastiera. Luca Alessandrini ha avuto l'opportunità di far provare questo prototipo a Jacob Collier e a Ermal Meta, che hanno apprezzato proprio la definizione timbrica di questo strumento (PC).