La sedicesima edizione di Music China, la più importante fiera professionale della musica del continente asiatico, si terrà dal 11 al 14 ottobre prossimi presso il New International Expo Centre di Shanghai. Organizzata da Messe Frankfurt, Intex Shanghai e CMIA, Music China si svolgerà anche quest'anno in contemporanea con Prolight + Sound Shanghai (gemella della omonima fiera tedesca sulle tecnologie audio, video e luci professionali).
Considerando il buono stato di salute del mercato cinese della musica, quest'anno gli organizzatori si aspettano un'ulteriore crescita rispetto a quella dello scorso anno, che dovrebbe portare all'apertura di un altro padiglione (da 10 a 11) con una copertura totale di 125.000 metri quadrati di spazio espositivo (112.000 nel 2016). Al momento è stato prenotato circa il 90% dello spazio. Nel piano quinquennale di investimenti statali per lo sviluppo economico cinese, l'industria della cultura (in primo piano quella della musica) ha una posizione di rilievo. Così la richiesta di strumenti musicali da parte della popolazione cinese continua a crescere, con l'interessante prospettiva che la Cina dovrebbe diventare una società costituita in prevalenza dalla classe media intorno al 2030, e che nel 2018 la dimensione del mercato delle attività culturali potrebbe attestarsi attorno agli 80 miliardi di RMB (11,6 miliardi di dollari).
In questo contesto, le fiere di settore come Music China, continuano a strutturarsi per accogliere le nuove richieste da parte del mercato. Quest'anno, quindi, il padiglione aggiuntivo sarà dedicato totalmente alla formazione musicale, oltre che all'ampliamento dei settori archi e pianoforti. Per avere un'idea di quanto le aziende italiane siano coinvolte in questa fiera (e in questo mercato), basti sapere che, dopo i cinesi, lo scorso anno gli espositori Italiani erano quelli numericamente più presenti. Era notevole il colpo d'occhio offerto dagli stand della collettiva organizzata da ITA (Italian Trade Agency ex ICE) nel padiglione degli strumenti ad arco, cui si aggiungevano anche i costruttori italiani che hanno preferito esporre da soli nelle aree di loro maggior pertinenza (pianoforti, elettronica, fiati, ecc...). Ancora altri marchi italiani erano esposti presso gli stand dei loro distributori locali a completare una presenza del made in Italy veramente significativa.