La prima edizione di Music Inside Rimini, che ha occupato parte del grande complesso fieristico del capoluogo romagnolo nei giorni 7, 8 e 9 maggio scorsi, ha ripreso il filo del vecchio SIB International, rivolto al mercato delle installazioni professionali per il live e l'intrattenimento legato alla night life.
Devono essere state molte le risorse investite nella prima edizione di Music Inside Rimini - Innovation, Technology, Light, Sound & Video, evento organizzato da Rimini Fiera in collaborazione con APIAS, SILB FIPE, ENA e il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Comune di Rimini. L'idea di riunire in un’unica manifestazione l’intero mercato professionale della musica e dello spettacolo dal vivo era molto ambiziosa, considerando che il mercato interno non si è ancora ripreso e investire in una fiera nazionale non sembra ancora essere tra le priorità delle grandi aziende italiane.
Per attirare il pubblico gli organizzatori hanno provato correttamente a trainare Music Inside Rimini attraverso Music Inside Festival, una kermesse di dj molto più attraente di quanto lo sia una fiera espositiva ancora tutta da costruire. Ma se il luogo fisico (e l'arco temporale) in cui si svolge l'evento musicale è distante dagli spazi e dagli orari dell'expo, quest'ultimo non ne gode certo. Così è accaduto (come in altri casi nelle fiere del passato) che il pubblico che ha assistito sabato e domenica sera alle performance delle star del deejaying internazionale all'interno del MIF, non ha affollato il padiglione Music Inside Art (il "Villaggio delle Arti, in cui i protagonisti della musica interagivano con quelli dell’arte contemporanea"), né tantomeno la Fun Clubbing Zone (il "laboratorio della nuova cultura elettronica"). Il mercato degli strumenti musicali è stato il grande assente del MIR, fatto del tutto prevedibile per chi conosce le vicende del nostro settore, qui rappresentato in un padiglione piuttosto desolato dal solo CSM College, la scuola di musica di Musicalbox, importante rivenditore di Verona, che si è preso la briga di mettere a disposizione dei musicisti una manciata di strumenti per suonare e una piccola esposizione di strumenti del passato.
Positiva e inaspettata invece, è stata la presenza del pubblico all'interno del padiglione Technology Expo (all'interno del quale era presente anche lo stand di BigBox). Le aspettative delle tante aziende presenti non erano molte, visto che gran parte di esse consideravano il MIR come la riedizione di un SIB ormai perduto e comunque privo del mondo dj equipment. Invece il pubblico, di età media inaspettatamente giovane, ha impegnato continuamente il personale degli stand nel corso dei tre giorni della manifestazione.
Il cuore del progetto di questa fiera è stato sicuramente il Live Technology Show. Organizzato da Live You Play e DOC Servizi, il programma ha previsto l'allestimento di otto palchi completamente attrezzati da aziende specializzate per la realizzazione di live show audio, luci, laser e video all'interno di quattro differenti padiglioni (due palchi per ciascuno). Sui palchi si sono alternate una serie di band selezionate, che hanno reso possibile la dimostrazione in applicazione reale delle attrezzature impiegate nell'allestimento. Il padiglione di una fiera non è certo il posto migliore per allestire una demo di un impianto audio, ma poiché le location in cui si tengono i concerti nel nostro Paese sono spesso altrettanto difficili dal punto di vista acustico, ascoltando le demo dei diversi sistemi in situazioni critiche come quella del Live Technology Show, si sono potute apprezzare maggiormente le differenze, soprattutto dal punto di vista della gestione di queste criticità da parte dei sistemi di controllo degli impianti.
In definitiva si può parlare di un'edizione del MIR positiva dal punto di vista dell'affluenza di pubblico, se la interpretiamo come reprise del vecchio SIB International (pur se esclusa l'area dj).
Non sappiamo se dietro l'intenzione espressa da RiminiFiera di organizzare una seconda edizione del MIR, ci sia ancora la stessa idea progettuale. Il futuro della manifestazione dipenderà ovviamente da come si evolverà il mercato di riferimento e dalla disponibilità degli organizzatori a investire ancora su una fiera che non potrà sostenersi soltanto con il contributo degli espositori, in attesa che il mercato professionale della musica e dello spettacolo dal vivo riprenda a crescere anche in Italia, motivando economicamente e non solo per ragioni politiche o di campanilismo locale una grande fiera nazionale.