Nato come progetto personale basato sulla collaborazione e l’amicizia, “Di qua e di là dal vetro” avrebbe dovuto concludersi con la pubblicazione di un compact disc ma gli eventi e l’interesse del pubblico gli hanno fatto prendere una strada diversa, trasformandolo in un incontro con l’autore molto speciale.
Tutto ha origine dalla sinergia tra gli autori, che amano definirsi “un compositore che non può suonare e un pianista che non sa comporre”. Due personalità complementari che trovano l’una nell’altra il reciproco completamento, dando vita a una sinergia quasi simbiotica che si traduce in un evento a volte commovente, a volte divertente, sempre coinvolgente. Si tratta di un incontro-concerto in cui Davide Di Palma porta la sua testimonianza di pianista che, a un certo punto della propria vita, si è improvvisamente trovato a dover fare i conti con un evento traumatico che ne ha compromesso per sempre la mobilità. Unico residuo della vita precedente una mano sinistra che, in qualche modo, ha mantenuto la possibilità di gestire il mouse di un computer, permettendogli di continuare a comporre a e vivere con e per la musica.
Dall’incontro, o meglio dal “re-incontro” con Luca Rampini, pianista compagno di studi e di una lunga parte di vita, nasce l’idea di un progetto a quattro mani, forse non le classiche quattro mani come le intendono i pianisti ma sicuramente quattro mani molto particolari. Davide Di Palma compone 10 pezzi, in uno stile del tutto personale che riassume la sua lunga esperienza trascorsa tra le note, e Luca Rampini li interpreta, dando vita a quella musica che altrimenti rimarrebbe chiusa nella mente di chi l’ha immaginata. Il CD è pronto, non resta che presentarlo. L’evento è costruito come un dialogo con il pubblico, in cui entrambi i musicisti si raccontano tra battute scherzose e riflessioni profonde sulla disabilità e la prospettiva che questa condizione permette di avere sulla vita. A tutto ciò si aggiunge la volontà di suonare insieme come un tempo, quando in Conservatorio si giravano reciprocamente le pagine durante le sessioni di studio e si scambiavano le parti nei pezzi per due pianoforti. E’ qui che entra in gioco la tecnologia, permettendo un’interazione tra strumento acustico e strumenti virtuali che dà vita ad atmosfere suggestive all’interno delle quali si snoda il flusso dei ricordi e dei progetti. I feedback dei presenti sono così positivi che gli autori decidono di riproporre l’evento, dandogli la veste di una sorta di testimonianza che, tra le sue diverse sfaccettature, riesca a far apprezzare la bellezza della vita a chi per mille motivi possa averla persa di vista.
Info: info@musica2000.com - noteinscena@gmail.com