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Trentamila musicisti, una voce sola

Il blocco imposto dalla pandemia alle attività artistiche e dello spettacolo nel nostro Paese ha messo in evidenza le debolezze croniche del mondo della cultura nel suo complesso. Decenni di immobilismo hanno accentuato la distanza tra questo settore e le altre categorie economiche e professionali del nostro Paese e con il resto dell'Europa. La normale ripresa delle attività non può dunque essere il solo obiettivo a cui i lavoratori del nostro settore devono puntare. C'è di buono che le gravi difficoltà di questo periodo hanno stimolato il senso di appartenenza, spingendo gli individui a fare gruppo e le singole associazioni professionali a condividere le proprie idee sul futuro. È nato così il Forum Arte e Spettacolo costituito dalle rappresentanze di tutte le parti che compongono il vasto mondo dell’arte e dello spettacolo nei suoi aspetti creativi, produttivi e di consumo. Al suo interno anche quelle dei musicisti, a loro volta riunite nel Tavolo di Coordinamento delle Associazioni dei Musicisti (CAM), promosso da personaggi come Paolo Fresu, Ada Montellanico, Simone Graziano, Antonio Diodato, Chiara Chiappa, Claudio Carboni, Demetrio Chiappa, Emanuela Bizi, Francesca Martinelli, Gianni Taglialatela, Marilisa Monaco e Andrea Marco Ricci, che abbiamo intervistato come portavoce di questo inedito quanto importante gruppo di lavoro.

BigBox Quali associazioni fanno parte del tavolo di coordinamento?

Andrea Marco Ricci Attualmente sono una ventina: ACEP, AIA, ANPAD, ASAE, Assoartisti, Assolirica, FNAS. Italshow, MIDJ, MIG, Note Legali, Ordine dei musicisti, SOS Musicisti, UNCLA, UNICA, nonché SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UIL-COM, CICS, Confcooperative Cultura e Culturmedia. In realtà abbiamo aperto anche a chi ha creato gruppi Facebook, perché vogliamo essere inclusivi. Come Note Legali [l'associazione di tutela dei musicisti di cui Ricci è presidente, NdR] il 22 marzo scorso abbiamo inviato una lettera a tutte le altre realtà che rappresentano musicisti per costituire un tavolo di lavoro comune, con l'obiettivo di avere una sola voce che permetta di gestire insieme non solo le misure di emergenza, ma anche arrivare il prossimo anno alla costituzione di una sola associazione di riferimento. È, come dice Claudio Carboni, membro del nostro Consiglio Direttivo, come se ci togliessimo la maglia della squadra per indossare la maglia della nazionale, perché da soli possiamo contare 500 o 1.000 soci, ma insieme arriviamo a più di 30.000...  

BB Come è nato invece il Forum Arte e Spettacolo?

AMR È nato per coordinare tutto il comparto dello spettacolo, sempre con l'obiettivo di rivolgersi alle istituzioni con un'unica voce. In tutti questi anni, infatti, sono arrivate in parlamento decine di proposte diverse con il risultato che nessuna è riuscita a farsi ascoltare. L'idea è quella di condividere le proposte così che chiunque riuscirà a mandarla avanti attraverso il proprio contatto in parlamento troverà comunque il consenso di tutti. È un lavoro difficile perché in qualche modo siamo tutti un po’ individualisti, ma la strada è quella di partire dai tavoli di ciascuna categoria per arrivare a una sintesi comune, perché, per esempio, è inutile pensare a una riforma fiscale per i musicisti quando serve a tutte le categorie dello spettacolo. Stiamo parlando di un anno di costituente del settore, ma se non puntiamo ora alle riforme, le cose andranno anche peggio di prima. Per esempio, sapevamo benissimo che in alcuni ambiti il 90% dei musicisti erano pagati in nero ed è ovvio che se il Governo stabilisce un'indennità sulla base della contribuzione, la maggior parte dei musicisti ne rimane fuori. Nella crisi attuale, se prima i musicisti lavoravano in nero, ora finiranno per lavorare gratis. 

BB Non sarà facile condividere una base comune all'interno di un Forum così ampio...

AMR La cosa importante è condividere i valori fondamentali perché è difficile trovare un accordo su proposte troppo specifiche. Se, per esempio, io proponessi un'indennità per chi ha lavorato almeno 100 giornate, ci sarebbe sicuramente qualcuno che direbbe 70, un altro 40 ecc. Cominciamo invece a presentarci alle istituzioni con cinque punti di concetto: emersione dal sommerso, incentivi fiscali, tutela e dignità del lavoro, ammortizzatori sociali e riconoscimento del valore del mondo della cultura come uno dei pilastri della società. Una volta portati a casa questi, tutto il resto arriverà di conseguenza. Oggi chiaramente il Governo è molto concentrato a gestire la pandemia, mentre per noi le riforme sono una necessità e una occasione da non perdere. Mi rendo conto che chi è al governo del Paese oggi è in difficoltà e chiede aiuto, ma le norme tecniche di ripartenza si possono scrivere solo con l'aiuto di chi sa come funziona lo spettacolo. Dico questo perché all’inizio c'è stata una grande incomprensione sulle regole da seguire per la ripresa delle attività, perché il governo Conte ha improvvisamente accelerato i tempi senza prendere in considerazione tutti gli elementi di sostegno e di riforma. Il DPCM del 11/6/2020 ha tolto almeno il divieto della somministrazione e del consumo di cibo e bevande all'interno degli spettacoli delegando alle Regioni la scelta sui tempi per la ripartenza e la deroga sul numero degli spettatori. Manca però un quadro di riferimento, tutto da riscrivere.

BB Attualmente quali sono i canali di comunicazione aperti con le istituzioni?

AMR Noi partiamo con il grande handycap di esserci svegliati ora. Tradizionalmente i contatti con le istituzioni ce li hanno i sindacati confederali o le associazioni che hanno risorse per fare attività lobbistica. Quando il Ministro Franceschini ha organizzato un primo incontro il 30 aprile scorso, ha invitato un artista per ogni forma d'arte, ma, a parte Paolo Fresu che si è presentato in rappresentanza del nostro coordinamento, non era chiaro chi rappresentassero gli altri. Ecco, il problema è proprio che negli ultimi vent'anni le riforme nel nostro settore sono state fatte a titolo personale. Fortunatamente il grande lavoro di coordinamento e unificazione svolto in questi mesi ci ha portato a essere più credibili e rappresentativi: abbiamo quindi avuto modo di incontrare le Istituzioni (parlamentari, giunte regionali, rappresentanti del Governo) in diverse occasioni, tra cui l’audizione alla 7° Commissione del Senato del 2 luglio scorso.

BB Come può contattarvi chi volesse partecipare alle riunioni del tavolo di coordinamento dei musicisti?

AMR I singoli possono scrivere a qualunque associazione tra quelle che aderiscono al coordinamento, mentre le altre associazioni o i gruppi di persone possono chiedere di sedersi al tavolo contattando chiunque di noi, perché non esiste un direttivo o un presidente di riferimento.

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